L’associazione, oggi

UscitAusweg si può considerare sopravvissuta a se stessa.

I soci potenziali – ovvero gli affini per inclinazione, i vicini per condizione, i compagni per incostanza – sono molti. I soci effettivi, quelli con la tessera in tasca che tanto importante risulta essere per l’istituzione xy, un manipolo. Tuttavia, l’associazione che sopravvive alla propria autodistruzione è un’associazione riUscita. Ausweg, termine con cui ben meglio si rende l’accezione originaria del progetto nato nel 1993 sta per VIA D’USCITA: questa è stata, rimane e sarà l’attività associativa prevalente, un cercare vie di uscita.

Nemmeno noi riusciamo a dire da quanto tempo il dominio uscita.org sia rimasto in sonno, tenendo posizione, in apparenza inutilmente, nella schizofrenia della rete. Senza proferire newsletter, senza montare ipertesti, sprovvisto di contatore di visite, post, tag, link. Communityless. Eppure mai tempo poteva risultare più azzeccato di questo per “uscire dal proprio dominio”, e non tanto per indignazione, quello che ci serve infatti è di DIVENTARE DEGNI DI CIÒ CHE CI ACCADE.

Le vie d’uscita sono dei concatenamenti. L’associazione li ha ricercati da subito, prima di comprendere cosa fossero e dove portassero. AFFERMARE qualcosa è più prendere una strada PER, e meno un andarsene DA.

Le vie d’uscita, potenzialmente infinite, sono il presente.

UscitAusweg oggi continua a coltivare la musica – sia “in vitro” che all’aria aperta – , le pratiche liberatorie e le forme partecipative ad essa connesse. Vedi il Musicalbus.

Insiste in una autoeducazione libertaria, trasversale a tutte le disperate ricerche per darsi un’Identità quale salvacondotto per il riconoscimento sociale, ad essa sconosciuto.

Vive sulla propria pelle la sperimentazione del desidero, l’assenza di una “mission”, la mancanza di un profilo facebook, cercando la consistenza di un proprio divenire. Vedi un popolo a venire.

Meglio farla breve, per ora.

L’associazione, oggi, si impegna:

a praticare e diffondere la musica in particolare nelle sue forme improvvisative;
nello studio e nella ricerca per darsi un pensiero ed un’etica in grado di conquistarsi la libertà e condividerla;
nella sperimentazione di forme e metodi partecipativi con cui lottare contro l’opinione, il buon senso ed il senso comune, a vantaggio di un popolo che nelle proprie differenze e singolarità sia capace di diventare qualcos’altro da un corpo elettorale.